Carole Roussopoulos (1945-2009) ha trascorso la sua infanzia a Sion e si trasferì a Parigi nel 1967. Due anni più tardi acquista uno dei primi modelli di videocamere portatili sul mercato. Da quel momento continua a dare voce ai “senza voce”, un’immagine agli oppressi, una forte presenza agli esclusi. La regista deposita i suoi archivi video e la documentazione che gli accompagna alla Médiathèque Valais – Martigny nel 2007.
Nel 2018, una mostra riflette un periodo, gli anni ’70, caratterizzato dall’emergere di movimenti sociali. Racconta l’evoluzione della tecnica video, un mezzo che rivoluzionerà il modo di trattare le notizie di cui Carole Roussopoulos è una dei pionieri. Mostra il viaggio, la rabbia, le scelte e le influenze di una regista con l’eccezionale traiettoria, emblematica di un’epoca.